martedì 28 dicembre 2010

E' Orione, ormai lo so


Siamo partiti così, senza neanche sapere con certezza dove e perchè stessimo andando. Forse per vedere vivere altre persone, per interessarci ad altre culture. Per scoprire altri mondi, tutti diversi da dove viviamo noi, ma così uguali a quello che vorremmo essere. Tutto ci sembrava immenso. E quel deserto, che era silenzioso. Ma tutto lo era. Compresi noi. Che continuavamo a fare foto, per paura di dimenticare. Per poi rivedere e dire "Si, tutto era magnifico". E lo ripeterò fino a che sarò viva, fino a che la mia mente funzionerà ancora. Eravamo incantati, più di un cobra dal suo padrone. Il deserto: l'incantatore di uomini. Ma in generale tutto, tutta questa vacanza. Tutto questo continuo stare insieme, perchè non si poteva scappare. In questo momento dove tutto sembra riprendersi. Un treno che si è fermato per il mal tempo, per ripartire deve metterci il doppio, o il triplo delle fatica. Così sarà. Come in questa vacanza. Non ci divideremo, ma come non è stato mai. Ma torniamo al Marocco. La cosa che mi piaceva di più era osservare come viveva la gente, fotografando, qualsiasi cosa. Volevo immortalare le nostre espressioni, in che modo vedevamo quello che era intorno a noi. Prima Marrakech, tempestata da persone di qualsiasi genere, da bancarelle, dal souk pieno di moto, motorini, macchine e biciclette. Poi Ouarzazate, dove gentilmente e amorevolmente per un incidente ho per sbaglio lasciato il Suo Forrest, il Suo golfino nero, la Sua maglia con la corona. Gran colpo. Successivamente ci siamo spostati a Merzouga. E' lì, che è stata l'esperienza più bella della mia vita. Dove la sera che siamo arrivati siamo andati ad osservare le stelle, quell'inconfondibile Orione. Ormai lo riconosciamo subito. Dove appena arrivati ci hanno travestiti da pashà e hanno fatto foto con noi, e hanno suonato la chitarra per noi, la luna pienissima, per noi. Tutto era organizzato per il nostro arrivo, o almeno, così ci piaceva credere. Il pomeriggio dopo, il deserto ci aspettava. I dromedari pure. Ciccio, Lello, Dario, Barbasteu, Il più pazzo e Roberto (che, si, è un nome da dromedario). Il giorno dopo il nostro viaggio ha cambiato direzione, e piuttosto che andare verso il deserto, è tornato indietro, per raggiungere Marrakech, e per poi partire. Una sosta a Telue ci ha fatto conoscere una guida, marocchina con l'Iphone, che studia a Torino, e che è andato in vacanza in Sardegna. Era un grande, e forse ci verrà a trovare in Sardegna la prossima estate, Inshallah. Per mia grandissima fortuna, tornando a Ouarzazate abbiamo ritrovato tutto quello perso precedentemente. "Quel gran culo di Emma, non ha rovinato la vacanza" Olè. Si conclude così, tornando a Marrakech, quella Nuova, però. Dove tutto è diverso, tutto più ordinato, più pulito. Dove c'è il Mc, nel quale abbiamo passato l'ultima nostra cena marocchina. Eccoci qua. In un albergo quattro stelle lussuoso, che dormiamo stanchi morti, dopo la nostra bloccata nel souk per arrivarci, con la macchina. Ripensiamo a tutto quello che abbiamo passato. A tutta questa vacanza senza aggettivi, perchè non la si riesce a descrivere. "Ditemi la cosa che vi è piaciuta di più, e quella che vi è piaciuta di meno", chiede Lei. La più bella è stata la passeggiata sui dromedari, la più brutta non c'è. "Non vale, devi dirne una". Non c'è. Non esiste. Tutto è andato a meraviglia. Mai scorderò tutto questo. Nè Orione, nè la duna che confina con l'Algeria e tanto meno il loro modo di vivere. Quando sarò grande magari ritorno, da sola. Senza nessuno. Inshallah.

martedì 30 novembre 2010

Arriverò mai alla Luna?


Chi siamo e dove stiamo andando? Cosa sta succedendo? Cosa siamo? Chi è stato il primo a raggiungere, neanche io so cosa? Ma, cosa siamo venuti a fare, in questa Terra? I pianeti vivono anche senza di noi. Forse è meglio. Ma, stiamo arrivando a cosa? Perchè vogliamo andare avanti velocemente? Perchè ci siamo solo noi nella Terra? A cosa serviamo? A che punto vogliamo arrivare? Quando finirà tutto questo? Non so perchè me lo domando. Forse perchè mi interessa, e davvero voglio saperlo. Non ci sarà una risposta. Ma, perchè? Voglio solo informarmi su un paio di cose, non chiedo molto. No? Non mi sapete dare una risposta? Neanche io. Continuo a pensarci. Idee su idee senza senso. Ma come, infondo, non abbiamo senso noi. Io, dopo questo, non cambierò i miei obbiettivi, perchè ormai tutti fanno così. Io faccio quello che mi dicono gli altri. Ma il motivo, non esiste? Che brutto. Certo che, siamo tipi strani. Non sappiamo neanche a cosa vogliamo arrivare. Ma, non ve lo chiedete mai? Io ora sto facendo terza media. Perchè? Per poi andare alle superiori. Perchè? Per essere preparata al mondo nuovo, quello adulto. Perchè "il mondo adulto"? Perchè si lavorerà, si avrà una famiglia, si vivrà. E poi? Cosa facciamo quando tutto questo è fatto? Tutto eseguito. Continuo ma, se so che non servo a niente, con che voglia andrò avanti? Se non so neanche quello che spetterà ai miei figli, ai figli dei miei figli e ancora e ancora. Non so niente, neanche che aiuto ha dato la mia esistenza. In compenso, però, so la vita di tutti quelli che mi hanno preceduto, e come siamo arrivati a questi livelli (di certo non poi così alti rispetto a quelli di mille anni fa, anzi, forse peggio). E poi? Continueremo sempre così?

giovedì 11 novembre 2010

Cieca


In che scuola vorresti andare, dopo le medie? Al Classico. E cosa vorresti fare da grande? L'architetto. Bene. E questo, due anni fa. E adesso? Adesso se mi chiedi cosa voglio fare il prossimo anno, ti rispondo, Bo. E se mi chiedessi cosa vorrei fare da grande, un Bo, e un Non Lo So. L'insicurezza degli adolescenti, perchè è così? Si, prima tutta impuntata, tutta organizzata. Mi sono già preparata tutto. Adesso il nulla. Vedi, Emma, ai ragazzi capita sempre. Per entrare nel mondo "adulto" bisogna affrontare delle difficoltà. Ma devi cercare di emergere, non subire. E come faccio? Dove trovo la forza? Nel momento in cui ho delle difficoltà, quando non so cosa farò tra un minuto, quando tutto sembra immenso, quando tutto è in disordine, so anche io che non mi piace. Cosa posso fare? E quando provo a mettere in ordine, che mi creo ancora più problemi? Sai, a volte mi chiedo come fanno gli altri. A volte penso "Che bello essere già al suo punto, avere già fatto tutto. Essere in un certo senso liberi." Quasi sempre. Immaginando. Si, gioco con i pensieri anche rispetto al Mio, di futuro. Ma vedo il nulla, la nebbia, credo. Non ho un pensiero, non ho un desiderio. Oppure sono troppo banali, che non augurano un futuro garantito. Forse sono l'unica, sarò un po' scema. Ma, un ragazzo di Tredici anni, cosa vuoi che ti risponda alla domanda Cosa Vuoi Fare Da Grande? Ma lascialo tranquillo. Lascialo vivere. Fagli pensare a domani, a dopo domani, ad adesso, a stasera. Non tra dieci anni. Ieri era il classico, domani è linguistico, o viceversa. Non me lo ricordo. Non ho idee precise. Non ho pensieri. Nebbia, dentro di me. Non so cosa penso, o a cosa devo pensare. Ho paura per il futuro, ma mi consolo con quello che farò con i miei simili, in questi giorni sospesi. Non credo ad essere l'unica, almeno lo spero. Mi hanno bendato gli occhi, non posso aprirli. O forse non voglio, Non Lo So. Ho paura, tanta. Che qualcuno mi tolga questa fascia, questo disordine. Lo supererò. Anche se sono immersa e sospesa in un burrone enorme. Cosa farò? Credi che ti sappia dare una risposta?

venerdì 8 ottobre 2010

Numero primo?! Si.


Si, cioè no. Non ho tutte le caratteristiche di un numero primo, ma è così che mi piace soprannominarmi. Un numero primo perchè non amo stare con tanta gente. Ci sono momenti in cui voglio stare completamente da sola. Io. Forse la natura, o la musica. Ma, di presenze umane, solo ed esclusivamente io. Odio la gente che urla, i posti in cui niente ha senso, che tutto è all'aria. Non capisco. Ed è per questo che sono il numero Tredici, o forse anche il Trentasette. La scelta di questi numeri non la so, affatto. Mi piacciono. Sono dispari, e sono affascinanti. Danno un senso di quiete, di calma e di interesse. I numeri primi si possono dividere solo per se stesso. Ah, no, anche per uno. Si, almeno una cosa di matematica me la ricordo. Il mio nome è una delle poche cose di cui ho la certezza di avere per sempre. Il tredici non l'ho ancora capito. Come non ho capito me stessa. Non lo capisco perchè non so ancora se porta fortuna o meno. Se devo spaventarmi o essere felice quando lo incontro. E, anche io. Io non so come mi comporterò, in futuro. Mi sottovaluto, forse sbagliando. Ma non so mai cosa aspettare da me stessa. Non so perchè faccio questo, non so perchè faccio quello. Non sono sicura, mai. O a volte ne sono talmente tanto che faccio solo di testa mia, senza ascoltare gli altri, oppure facendo solo finta, per poi ritornare sulle mie idee. Si, sbaglierò anche, ma almeno so che la colpevole sono io, che non lo è nessun'altro. Se sbagliassi per colpa di un altro, non lo potrei sopportare. Io sono ingenua, e in un certo senso matura. Ascolto gli altri, e faccio di testa mia. Sono disordinata, ma ho un mio schema nella mente che se va storto qualcosa mi perdo, e non riesco più ad andare avanti. Adoro le cose immense, e i piccoli attimi. Sono originale, ma voglio anche a guardare cosa fanno gli altri e osservare, per poi magari arrivarci anche io. Mi paragono ad un numero primo per questo. Non per altro. Sono da sola, e mi piace. Ma sono da sola, non in senso affettivo, ma perchè lo voglio io. Io di bene ne ricevo, e tanto. Ma è una questione di principio. Forse sto da sola perchè mi piaccio. O forse perchè mi voglio capire. O forse ancora, perchè sono un numero primo, e in qualche modo lo dovrò pur dimostrare, alla gente, se no hanno difficoltà a capirmi, ma come ho anche io, dopo tutto. Sono difficile, lo so di certo. Ma in futuro, spero di accettarmi. O, in qualche modo, sperare di arrivare all'essere umano che vorrei. Non dico altro. Un'ultima cosa, che ho imparato dalla matematica. I numeri primi non si presentano mai vicini. Quindi, anche se volessi solo Sfiorarne un altro, non riuscirei mai. Questo anche, mi affascina. Mi prende, e non mi lascia più.

domenica 12 settembre 2010

Immenso


E' vecchia, vecchia tanto. Mi è tornata in mente in un giorno senza senso, o quasi. Il giorno prima che riinizi la scuola. Bè, quel giorno ti sembra immenso, proprio come il titolo della canzone. E poi, all'inizio delle vacanze, loro sembrano immense. Ma quando arrivi a questo punto, niente ti è sembrato come te l'aspettavi, tutto in un attimo è volato. Come un sasso che lanci tra altri milioni. Come una goccia cade a terra, quel lungo tragitto che fa. Dura niente. Non è immenso. Dura pochi secondi, neanche. Dura attimi, ma nemmeno. Quanto dura la caduta di una goccia? E se fosse una lacrima, sarebbe diverso il risultato? Sarebbe di più o di meno? E' più pesante o più leggera? Dubbi. Magari un giorno lo misurerò. Quel giorno sarà Immenso. Miei cari, faccio un viaggio. Conosco un posto dove l’erba è veramente più verde. Caldo, umido e selvaggio. Ci deve essere qualcosa di attraente in esso. Qualcosa di profondo. Qualcosa che non ti stacchi più. Staccare. Ci siamo staccati fino ad adesso. Riattacchiamo? Ma anche no, non vorrei. E invece. Immenso.



domenica 29 agosto 2010

Svogliata corsa


Come alla fine dei film The End. Non che questo sia stato un film, ma quasi. Tornati prima, per riprenderci, un po'. Per, con calma e quiete, riminciare a prendere quel passo svelto. Svogliatamente svelto. Si deve. Non è una scelta. Soprattutto adesso. Sono delle giornate un po' così. Che non sai mai che umore avrai oggi. Se felice o un po' amareggiato. Ma il botto, non sta per arrivare? Io ci voglio credere. Si, sta per arrivare. Stiamo per essere ogni giorno, un po' per volta, sempre più felici. Queste situazioni servono, e tanto. Perchè anche se si è in una brutta situazione, ogni volta che si esce, la nostra corteccia si fortifica, e diventiamo sempre più forti. Impariamo tante cose, e apprezzeremo tante cose, quando avremmo un po' di sollievo. In vacanza ci siamo un po' svagati, tranquillizzati, e abbiamo riflettuto. Ma adesso è il tempo di lottare. A denti stretti, tutti uniti. Prendere a marciare, e spaccare i culi a tutti. Perchè noi si, questo, ce lo possiamo permettere.

giovedì 29 luglio 2010

Farfalla vola

Di colpo, succede così ogni anno. Si passa dalla casa che deve essere obbligatoriamente in ordine, a quella che, chissene frega, smalti, maglie, parei, asciugamani e ciabatte in giro. Niente in ordine. E la mente deve fare lo stesso. Libera, da ogni brutto pensiero che capitava lì, alla Villa Villa Colle. Niente e nessuno può mettere in disordine questo tipo di ordine. Perchè, anche se è una casa tutta in disordine, l'ordine è presente nelle menti che abitano lì. Si, siamo tutti, o quasi, spensierati. Tutti liberi di fare quel ca@@o che vogliono. Non voglio andare al mare. Io vado in piscina. Io pranzo. Io faccio colazione. Io dormo. Io me ne vado. Tutti liberi, tutti sciolti. Ma le menti sono tutte unite, tutte compatte, tutte insieme. Si cerca, si fa quel che si può. Si ritorna alle vecchie abitudini, senza avere paura o rancore. Come quando si vede un amico che è qui da un mese. Tra i due c’è un abisso. Ha già la mente spensierata, libera. E’ già abbronzato tantissimo, mentre tu, a suo confronto sembri un cadavere. Ma stai tranquillo, che diventi nero anche tu, che la mente volerà come una farfalla. Che sentirai questo cambiamento, e fidati, non è una cosa da poco. Bisogna solo farsi prendere. Far volare, galoppare la mente. A dirlo sembra di una facilità estrema, ma a farlo, la cosa si complica un po’ di più. Mille e mille problemi. Anche i più semplici, bastardi. Non pensi a niente, o quasi. Non pensi a quest’inverno. Non pensi ai compiti. Non pensi al pianoforte, eccheccavolo. Non devi pensare a niente. Pensa a te stesso. Alla tua bella casa. Al mare, al sole, alla spiaggia. Tranquillo. Sciallati, come diremmo noi.

domenica 18 luglio 2010

La cura


Lui sa. Li sa riconoscere. Ha esperienza, si può capire. Di figli, direi che non se ne fa mancare. E di pianti, ne ha affrontati abbastanza. Perchè lui ha un ruolo importante, necessario, speciale. Se non li fa sentire al sicuro Lui i suoi bambini, chi altro dovrebbe farlo? Oh, Povero Quel Bambino, Sta Piangendo! E' Un Capriccio, Non Mi Fa Nessuna Pena. E' vero, quel bambino voleva un giocattolo inutile, stava facendo dei capricci. Ma lui se n'è accorto subito, che non si trattava di un pianto molto utile, solo una piccola smorfia, tanto che non ci faceva neanche caso. Adesso Però, Quel Pianto Un Po' Ti Commuove, Vero? Eh, Un Pochino. Che felicità immensa, per una bambina, essere tra le braccia del Suo papà. Era caduta, troppo sbilanciata dalla sedia, aveva preso un colpettino alla testa. Si, si era messa a piangere, ma, come dice Lui, la maggior parte era per spavento, non per altro. Ma adesso tranquillizzati, bambina. Sei nel posto più sicuro del mondo. Non piangere più, sei tra le Sue braccia, direi che è un posto meraviglioso, Speciale. E' una cura potentissima, quella. Ha smesso dopo cinque minuti, per poi goderselo, il suo papà. Lo accarezzava, gli faceva le coccole. Perchè aveva capito che da lì non la mandava via nessuno. Lì era il suo posto, e nessuno poteva rubarglielo. Era al sicuro, e ne era consapevole. Loro sono come una rete di salvataggio. Me lo spiega sempre. I ragazzi, fin da bambini, salgono su una specie di corda, legata nel nulla, una corda Quasi infinita. Devono cercare di stare in equilibrio, ma senza pensare che se cadono Tanto Mi Salvo, no. Devi cercare di stare in equilibrio da solo, ragazzo. Senza la mano di qualcuno. Pensa a non cadere, adesso. E se cadi, c'è la rete più forte che esista. Ma devi essere così forte e così coraggioso, per poi provare ad accelerare su quella corda, tanto da arrivare al punto di correre. Per poi essere consapevole che, a quel punto, la rete di salvataggio non c'è più. Il tuo percorso è concluso, l'infinito si è fermato. Adesso vai, scendi. Tocca a te salvare i tuoi piccoli.

domenica 11 luglio 2010

Più uno


No, scomparsa non sono, ma quasi. Avevo previsto due settimane di vacanze in quella bellissima e speciale montagna, in Valle d'Aosta. Vi ricordate quella sfiga che avevo avuto, che mi ero ammalata proprio i giorni in cui dovevo andare in gita scolastica? Ebbene si, cara, è successo di nuovo. Non così tanto grave da saltarle tutte e due, ma almeno una, ci siamo riusciti.

Bellissimo, l'aria purissima, il paesaggio, speciale. Come nei film, tipo. Ci si svegliava presto la mattina, colazione con pane burro e marmellata, al pomeriggio quasi tutto di svago e la sera, a vedere le stelle. Quelle stelle. Milioni e miliardi di stelle. Il desiderio che ho espresso, vedendo quella scia durata cinque secondi contati. Giornate sui prati, a giocare a rugby. Serate passate a suonare la chitarra, cantando e urlando a squarciagola. Le compagnie e le chiacchierate lunghe fino all'una della notte. Ma chi se le scorda più? Chi se le scorda queste esperienze? Possono anche non essere nel posto più bello del mondo. Ma l'organizzazione, i giochi, le parole, le urla insieme, sono cose speciali, difficili da scordare; quasi impossibili. Di certo non era totale vacanza. Ci si doveva dare una svegliata, non si poteva star li a fare niente. Bisognava apparecchiare e sparecchiare, lavarsi le cose, e cavarsela da soli, senza mammina o papino dietro a farti tutto. Erano anche attimi di libertà, dove tutto aveva programmato il niente. Giornate di sole e improvvise piogge. Le tavolette di cioccolato e le patatine che mangiavamo prima di dormire. Credo che tra tutte le cose che si imparano nella vita, le esperienze, siano quelle più difficili da scordare. Sono come pezzi di puzzle che si uniscono tra di loro, o una piccola goccia di acqua che forma un pezzettino di mare. Ma questo si può allargare e diventare un oceano. Il puzzle con ventimila pezzi si può tranquillamente finire. Ed è così che si cresce. Così che si matura. Così che si scopre l'immagine che uscirà dal proprio puzzle.

martedì 29 giugno 2010

Polvere di fata


Mi sa tanto, che quel buco in mezzo all'enorme nuvola bianca, era il tentativo di Capitan Uncino per catturare Peter Pan, usando le bombe sparate dalla sua nave. E che lui, come sempre, sia riuscito a schivarla. Ed è per questo che credo che questo mondo sia costituito da milioni di favole, che ognuno di noi si costruisce per se stesso, nel suo mondo, nella sua testa. E io, sto creando la mia. Con mostri, serpenti, principesse, principini, corone, spade, cavalli, montagne, colline, Stelle o qualsiasi altro elemento della nostra immaginazione. Con essa puoi scegliere se raccontarla in giro, ma se avete in mente il lieto fine, non svelatelo mai, se no, una favola della vostra immaginazione, non lo è più. La mia sta per concludere, e a questo punto, non mi manca che aggiungere anche Trilli, che con la sua polvere di fata, risolverà i problemi a tutti, rendendoli felici e senza pensieri, Hakuna Matata.

domenica 27 giugno 2010

Ammira


Bisogna aprirlo accuratamente, in modo che senta il rumore del barattolino di vetro. Si prende il pennellino, con calma, certo, e si inizia a spargere sulle unghie. Il colore ti deve far venire il sorriso sulle labbra, che ti accenda gli occhi. Ecco, nel frattempo la prima unghia, l'hai fatta. Attenzione, bisogna avere il dono di non sfiorare neanche un millimetro di pelle ai lati, se no, si rovina tutto, si deve rifare tutto. Ecco, anche la seconda se ne va. La terza, la quarta e la quinta. Bene, lasciamolo un po' asciugare, e poi passiamo alla destra. La delusione più grande, quando inizi a praticare questo sport è che, dopo aver prestato l'attenzione più grande in questo mondo, lo smalto, tutto liscio, asciutto, pulito, Ti Si Sbecchi. Momento tragico. Partono parole mai pronunciate. E, ovviamente, il lavoro ricomincia. Devo dire che adesso sto imparando a non prendermela più, sto migliorando, facendo ancora più attenzione. Ci sono voluti anni, ma ce l'ho fatta. Lo Smalto; già dalla parola ti viene in mente qualcosa di lineare, liscio, che sull'unghia si stende benissimo. Quando ti si asciuga, missione compiuta. Le muovi in modo dolce davanti alle persone, in modo che loro ti chiedano Ma Come Fai A Mettere Lo Smalto Così Bene? Eh, non ci è voluto mica tanto, cinque minuti e ho finito, tempo di asciugarsi, e voilà. Menti, per far vedere che sei una donna vera. In realtà ci hai messo Trentadue minuti per mano. L'hai rimesso Cinque volte in un'unica unghia perchè si continuava a sbeccare. Ma per sembrare brava e fiera, si mente, in modo da creare un'invidia pazzesca. Muaha, io sono capace a mettere lo smalto in cinque minuti, e tu noo! E tu stronza continui a muoverle le mani davanti, quando parli. Gesticoli in un modo esagerato per far vedere lo smalto messo d'Incanto. Dopo questa serie di gesti ti guardi le mani e pensi, Ottimo Lavoro. Fiera di te stessa, concluso il tuo compito, dopo aver fatto morire d'invidia un'altra donna che non è capace, vai da un'altra, e il lavoro ricomincia da Zero.

mercoledì 23 giugno 2010

Meraviglioso


Questo paesaggio di colline verdissime, che quasi ti accecano gli occhi. Questi fiori in ogni centimetro d'erba, in questo piccolo Villaggio. Quest'aria così bella d'estate, vera, adesso. Questi colori di casine piccole o tutte unite o tutte divise. Queste farfalle bianche, rosa, azzurre e viola che ti girano intorno. Questi alberi pieni di ciliegie e di amarene. Meraviglioso. E quasi non ci si crede, ma io adesso non ho bisogno di niente. Mi chiedessero TiFaccioUnRegalo, UnoCheVuoiTu, DimmiQuale. Io, gli rispondo Niente. HoGiàTutto, MaGraziePerLaDisponibilità. E lo lascerei a bocca aperta perchè al contrario di me la gente chiede, vuole, desidera. Io non voglio niente, non chiedo niente, e non desidero niente. Adesso sono felice, decisa a migliorare me stessa, non le cose che mi circordano come vestiti, telefonini, occhiali da sole o Ipod. No, cambio io. Il resto deve restare così com'è. Perchè sono sicura che da una prospettiva diversa, tutto diventerà migliore. E le cose che desideravo prima svaniranno. Come stanno svanendo le nuvole che coprivano il Sole. Questo Sole che fa felici tutti, e che se piove un giorno tutti iniziano a sbuffare, ad essere tristi e arrabbiati. Ma adesso il Sole c'è. L'aria fresca pure. E i fiori, vogliamo parlare di questi meravigliosi fiori? Stupefacenti. Ci sono anche loro, che altro serve?

giovedì 17 giugno 2010

Lei vive


Oggi, per esempio, è arrabbiata. Questo temporale e questa pioggia. Indicano la rabbia, e nel frattempo la tristezza, che la Terra porta sulle spalle in questo momento. A me piace. Il temporale mi è sempre piaciuto. Sembra quasi che si voglia ribellare, contro i suoi amici, o contro l'Universo. E' arrabbiatissima, sta urlando e nel frattempo piangendo. Sbraita, ringhia, come una leonessa. E' feroce più che mai, in questi giorni. Magari ha affrontato qualche debolezza, come noi umani. Il fumo gli sta uscendo dalle orecchie. Il cuore le sta scoppiando dentro. Non ce la fa..! Però, quando lei è triste, io sono felice. Felice, non perchè lei è triste. Ma perchè il brutto tempo mi piace da matti. Sapete che noia tuuutti i giorni di tuuutti i mesi di tuuutto l'anno, Sole?! No no. Non va. Lei, come noi, a volte è triste e arrabbiata. Non è sempre felice, non fa sbocciare sempre fiori, non è sempre pronta per un'uscita con gli amici. Come noi, ha momenti di difficoltà. Momenti di gioia. Di rabbia. Di amore. Di gelosia. Di pazzia. E di energia che, in qualche modo, dovrà pur tirare fuori. Lei ha sentimenti. Lei è come noi. Un'umana con le nostre stesse caratteristiche. Non è solo terra e acqua uniti per contenerci. No. Lei è una di noi. Ha un cervello, due mani, due gambe, due orecchie, due occhi, e un cuore.

venerdì 11 giugno 2010

Non farlo


No, non asciugare quelle lacrime. Lasciale scendere. Lasciale cadere su un fiore, su un tavolo, nel piatto, nella maglia. Ma non asciugarle, mai. Le lacrime se scendono, scendono. In una discussione, per gelosia, per amore, per tristezza, per felicità. Scendono comunque. Non sono volontarie. Non provare ad asciugarle, no, non farlo. Tanto non se ne vanno. Lasciano il segno, il ricordo. Sono pazzesche. Sono il segno di un tuo sentimento. ..E non dire mai a qualcuno di non piangere. Errore madornale. Lascialo. Anche se ti spezza il cuore, anche se sembra che qualcuno ti stia infilzando una spada allo stomaco, poi al cuore, e infine nel collo. Non farlo no, credimi. Fidati di me. Lascialo esprimere, senza rancore, senza preoccupazioni, senza ostacoli. Lascialo sfogarsi, in silenzio, da solo, in compagnia, facendo versi, ridendo, in qualunque modo. Basta che non si preoccupi se qualcuno ci resta male. Stai tranquillo, se piangi, ci sono qui io. Non ti metto ostacoli, non ti preoccupo. Cerco di farti vedere che non mi preoccupo anche se sto per morire. Tranquillo. Ci sono io. Piangi, sfogati con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutte le lacrime del mondo. Tanto non si consumano, non finiscono. Tranquillizzati, ancora di più. Le lacrime le hai sempre, sempre con te, dietro ai tuoi occhi, in modo che possano sbucare in ogni momento. Tranquillo, io ti capisco sempre, anche se piangi senza motivo. Calmati, piangi, io ti farò ridere, ti tirerò su, ti aiuterò, ti farò ridere ancora di più. Ma mai, mai ti asciugherò le lacrime. Perchè se loro vogliono uscire, devi fargli completare il loro percorso, in modo che si possano poggiare su qualcosa. In terra, sull'erba, su un libro di scuola, su un tavolo di vetro fragilissimo, su una rosa, sulla Terra, sulla Luna, sul Sole, su Marte, su Venere, su Giove, e su Plutone, anche se nessuno è sicuro di cosa sia. Mai. Piangi. Io, ci sono.

lunedì 24 maggio 2010

Go away


E rimango da sola? In questa casa, ci sarà solo più un letto occupato? In questa casa, le stanze saranno vuote? Non ci saranno più Estatè al limone nella dispensa? In questa casa non ci saranno più loro. Questo sarà un anno così. Sarà un anno triste, felice, scazzato, incazzato. Massì, uno va in Australia, l'altro in Danimarca, l'altro ancora a Torino, all'università. E io come faccio? Dal momento che se ne sono andati via tutti, volete dirmi cosa faccio? Con chi rido? Con chi scherzo? Con chi faccio discussioni inutili? Con chi mi prendo in giro? Chi mi fa buttare a terra (e dico seriamente) dal ridere? Chi mi fa i versi? Chi mi coccola e mi abbraccia? Chi? Tutti vanno. Vanno via, a fare esperienze, a studiare, tutti contenti. Dovrò sopportarlo. Dovrò sopportare la loro non presenza. Non posso più rompere le scatole a nessuno? Va bene. Lo accetto. Ma solo una cosa, me la concedete? Mi fate tenere loro pezzo? Una loro maglia, un loro profumo, qualcosa? Se no sono persa, giuro. Farò una cosa, quest'estate. Tutti i giorni andrò al mare, mi siederò su un muretto e lo guarderò in ogni direzione. Lo guarderò intensamente. Così tanto che si calmerà il mare. Oppure. Oppure la sera mi siederò su una poltrona, nella nostra casa senza tetto. Mi sdraierò e guarderò il cielo. Le stelle. La Via Lattea. In fondo, non sarà così tragico. No, direi di no. L'importante è che loro siano sereni, felici. Del resto, non me ne frega niente.

venerdì 21 maggio 2010

Vietato leggere



Il tutto. Avete mai provato quella sensazione di avere niente e improvvisamente tutto? Avete mai provato ad aiutare una persona, a congratularti con te stesso, e subito dopo pensare che, infondo, nessuno si comporta con te, come tu ti comporti con gli altri? Ecco. Lei, proprio lei. Non dico che nessuno mi aiuti, non dico che nessuno mi dia una mano, mi stia vicina. Non dico questo. Dico solo che, a volte, gli esseri umani non riescono a capire i momenti più fragili di una persona. Io ci sono sempre, per tutti. Ma tutti, ci sono sempre, per me? A quanto pare no. A quanto pare la gente se ne frega, di te, e di tutti gli altri. Di punto in bianco ti pianta lì, lasciandoti con speranze di un suo ritorno. Ma tanto non torna, cosa speri a fare? Illusa, illusa che non sei altro. Che ti fidi? E' la terza volta che credi che una persona sia adatta. Sia te. Ti capisca in ogni sguardo. Ti capisca in ogni gesto. Ti capisca, e basta. Io capisco la gente. I loro occhi. Sempre. Ne parlo con loro. Ma, i miei occhi, sono così incomprensibili? Sono così murati o coperti da qualcosa? C'è forse qualche nuvola che li copre? Magari è il loro problema più grande. Magari è quello che li fa stare male. Magari non hanno una visione corretta del mondo. Ma che ne sanno gli altri? Che ne sanno di quello che passi, di quello che guardi, di quello che provi? Io faccio di tutto per essere felice, per fare felici i miei amici. Ma se io fossi triste, qualcuno se ne accorgerebbe? No. Perchè i miei occhi sono particolari. Evidentemente c'è un muro, una sbarra, non so. Evidentemente c'è qualcosa che vedono gli altri che io non vedo.Evidentemente il mondo è pieno di egoisti, che ti rubano, che ti sfruttano. O evidentemente è ora di cambiare comportamento.
...Fregatene anche tu, cara mia. Fregatene come loro fanno con te.
Ma poi non avranno una brutta delusione da me? Non potendo più contare su una loro amica?
E loro non ti hanno deluso abbastanza?
Si, ma non così tanto. Io non posso deludere tutti, cambiando di colpo il mio comportamento. Io non potrei neanche sopportare che qualcuno sia triste senza neanche un conforto, un abbraccio, una mano, degli occhi che li fissano e che li studiano.
Sei solo tu ad avere questo "potere" al mondo?
No, spero di no. Appunto, mi basta aspettare, no?
E non ti preoccupi delle brutte delusioni che puoi affrontare?
Peggio di perdere un'amica con un potere magico? Nessuna. Nessuna delusione è peggio di questa. Cara, non hai mai pensato che forse i miei amici mi amano così, così come sono? E non è meglio avere una reputazione così bella e pulita, piuttosto che una sporca, traditrice?
Si, forse. Forse hai ragione.
Vedi?
Ma ho detto Forse!!

venerdì 7 maggio 2010

Kilometri.

Già preparata, pinta e tratta, valigia lì per terra (rosa, bellissima), stavo benissimo,avevo preparato un pezzo di carta con tutti i vestiti organizzati, agitatissima. La giorno dopo "Amore, hai 38,6 di febbre. Non me la sento di mandarti in gita". Maledettissima febbre. Gita dei tre giorni a Siena, saltata. Ma su una cosa, questi giorni, mi hanno fatto riflettere. C'era quella specie di detto che diceva "Non ti accorgi dell'importanza di qualcuno o qualcosa fino al punto della sua allontananza". Ecco, a me piace pensarli tutti lì, tutti assieme in quell'hotel. Mi piace saperli tutti sorridenti, tutti che ridono e che scherzano, e che la notte fanno casino più completo. Vorrei essere lì con loro, ovvio. Ma lì non potrei accorgermi di quanto loro siano importanti per me. Non riuscirei. Mi scatenerei. E non potrei fermarmi a fissarli, a sorridere, mentre, e a pensare. Mentre qui; qui sono felice. Sono felice perchè loro sono felici. E non mi faccio mica mancare niente. Ho tutte le informazioni necessarie: la sera sono circa in 10 in ogni stanza, giocano a carte, cantano, ballano, chiacchierano, vanno a dormire a mezzanotte e si divertono come pazzi. Ordunque, cos'è più bello di tutti questi pensieri? Certo, ci sono rimasta male, perchè durante l'anno non mai un bel fico secco di niente, riguardo le malattie. Sono sempre sana come un pesce. Invece no, Proprio quando devo andare via "Eh no, cara Emma,io, il tuo corpicino, ho la febbre, mi sforzerei in gita, prenderei freddo, mi bagnerei tanto, starei peggio; stai casa, che è meglio" e ascoltiamolo, 'sto corpicino. Nel frattempo, però, non sono rimasta tanto sola. L'altra malata, la mia sorella, parte della mia seconda famiglia, è venuta a farmi compagnia, stando con me, nel letto, tutto il pomeriggio. Perchè non sono solo io la malata, adesso. C'e lei, occhi Azzurri, in stampelle (male alla gamba); mio fratello, quello più vicino a me, il più confidenziale (male al ginocchio) e l'altro mio fratello, quello tutto ricciolo (male alla spalla). "Questa casa è un ospedale" . Esatto, si. Manca solo la croce fuori dalla porta, è poi è uguale. Adesso, la valigia, meglio che la svuoti. Rimetto tutti i vestiti in ordine, nell'armadio. Sarà per il prossimo anno; almeno spero. No perchè, se anche avessi 40,7 di febbre, mal di gola, mal di testa, mal di pancia, influenza intestinale, non m'importa. Io ci vado lo stesso, ve lo dico.

mercoledì 28 aprile 2010

Più in là


Ti rilassa, questo artista. E' un pazzo, questo artista, è un pazzo. Compone un suo brano così, in due giorni, circa. Con questi capelli ricci ricci ricci, questa sua pazzia artistica. Giovanni Allevi è un extraterrestre. Proviene da un mondo in bianco e nero, fatto di ottave, di note, e per pranzo mangia musica, si ciba così. Non lo sapevate? Questo suo look di come viene ai concerti: felpa, jeans e All Star. Questi suoi brani fantastici, tutti. Cantarli non puoi, ma il pensiero che ogni suo brano è nella mia testa, nella mia mente, che gironzola, mi piace. Muove queste dita velocissimamente. Non ha spartiti davanti, va, così, a sua memoria. Sapevate che mangia un piatto di pasta al pomodoro e tonno e una fetta di torta al cioccolato, prima di un suo qualsiasi concerto? Eh si. So quasi tutto di lui. E' considerato il più bravo pianista nella storia. Supera anche Beethoven, Bach, Chopin e Mozart. E pensare che l'ho conosciuto per caso. Stavo guardando la televisione, più precisamente la pubblicità della BMW, e quel sottofondo di pianoforte, così delicato e così intenso, mi piaceva da impazzire. Sono andata immediatamente a cercare chi fosse, e ho visto per la prima volta Quel nome. Al mio compleanno dell'anno dopo, sono andata a vedere, in Alessandria, un suo concerto. Giuro, stavo per morire. Da quel giorno non ho mai smesso di ascoltarlo, di diventare ancora più felice di quello che ero, ascoltando i suoi brani. Per lui sono impazzita. Mi fa diventar matta il suo modo di fare, così artistico, così strano, particolare. Mi fa diventar matta la sua voce, che quasi non si sente. Mi fa diventar matta la sua fantasia. Mi fa diventar matta la sua arte incisa nelle dita. Mi fa diventar matta Ogni sua arte. Sono qui, ovviamente ascoltando un suo brano, ovviamente magnifico, ovviamente sono più felice di sta mattina, mi sento più sollevata, ho il sorriso sulle labbra. Più precisamente sto ascoltando L'orologio degli dei: magnificamente magnifico. Questa forma di crescendo, questo sollievo, queste sensazioni provate lo stesso giorno del concerto. Questa musica. Questo piano. Questo uomo. Anzi, questo artista. Ma, tutti questi elementi insieme, che Belli sono?

sabato 24 aprile 2010

Delicatamente


Una giornata così, con un solo scopo: farle ritornare il sorriso. Era a casa sua che mi aspettava, moriva dalla voglia di vedermi, di vedere una sua amica. La porta ha fatto rumore, e lei subito a salutarmi, dalla sua piccola stanzetta, urlando, salutandomi, felice. Per me è stata una missione. Una missione importantissima, indispensabile. Dovevo farla ridere, ma non troppo, se no la sua gambina le faceva ancora più male. "E, che ne dici di dormire qui stasera, e domani non vai a scuola? Dai, dai dai dai daii!" Ma certo, sto di fianco a te. Chi se ne frega del giorno di scuola che ho saltato! Frega qualcosa a qualcuno? No.Ecco. E' stata una bella serata. Io, dormendo sul materasso per terra, di fianco al tuo letto. Non volevo andare su. No, volevo stare di fianco a te.

Mi guardava, con quegli occhi lucidi, azzurri e un po' rossi, bagnati. Lei se li asciugava con la mano; la sua, delicata, bianca, si toglieva la lacrima che stava cadendo dal suo bellissimo occhio. Aveva paura, tanta paura. Nella vita non c'è sempre un colpevole. Molto spesso nelle discussione e nelle questioni anche generali, il colpevole non esiste nemmeno. Gli abbracci, i pianti, il bene immenso che ti vogliamo tutti. Una giornata intensa, in parte stupenda, in parte particolare, affascinante. Affascinante dal punto di vista umano. In questa giornata così, ognuno di noi ha superato sè stesso, tutti che davano il proprio Tutto, per fare Di Tutto. In questa giornata così, tra pianti e risate bagnate e scherzi e urla e sempre più pianti, si scoprono i lati più brutti, i lati più coraggiosi, i lati più infantili, i lati più dolci, i lati più stronzi, ed, infine, i lati belli belli, più belli di un uomo, di una donna, di un ragazzo, e di una ragazza.

mercoledì 21 aprile 2010

La ragione


Ammettiamolo. Ammettiamo che lei è come vuoi che sia. Ammettiamo che lei ha ragione, sempre. Varia a seconda del tuo umore. E' triste quando sei triste tu. E' felice quando sei felice tu. E' vicino a te, sempre, qualunque sia la tua situazione umoristica. La musica, ah, la musica; la amo, la amo infinitamente. Senza di lei uno spettacolo o un film sarebbe cupo, buio, triste, noioso, senza senso e senza emozioni. Invece no, lei c'è e ci sarà sempre. E' quella che ti fa piangere o ridere; quella che ti fa tirare su il morale nei momenti più difficili, più tristi; la vorresti urlare a squarciagola a volte. Altre volte non riesci a togliertela dalla testa, la continui a cantare, senza smettere mai. Altre volte, invece, sembra quasi che ti descriva. Che descriva la tua situazione in quel momento, che descriva, semplicemente, te stessa. Ed è così che anima ogni opera a teatro in maniera triste o felice che sia. Ed è così che anima, anche i film. Mette il ritmo in tutta la scena, nei personaggi, nei costumi. Ed è soprattutto lei che trasmette emozioni (belle o brutte) agli spettatori, e fa di una sera la più bella mai vista. Pensare che in antichità, nei teatri mangiavano, bevevano, leggevano, giocavano o chiacchieravano; mi viene in mente che sia anche un comportamento un filo egoista. Certo che potrebbero anche stare attenti, ascoltare quell'opera. Perchè, se è davvero bella, almeno goditela, no?

martedì 13 aprile 2010

Tredici


Il tredici, per me, è un numero fortunato. Lo è da sempre. Mi piace, mi affascina, è strano, particolare, bello. Per caso, proprio ogni Tredici del mese, non so come mai, accadono fatti spettacolari, come una bella serata, una bella giornata, e una notizia sorprendente. Oggi è il tredici. Oggi mi stava per venire un colpo, a causa di Quella notizia. Non ci potevo credere, non era vero. Cioè, IO? Avete mai provato quella sensazione di vuoto improvviso? Quando non senti niente, come se tutto fosse scomparso. Nelle vicinanze del petto, un pò sopra la pancia, circa. E, invece, quella di stucco totale? Quando stai circa Tredici secondi a bocca aperta, non capisci più niente, e rimani paralizzata, bloccata, non riesci a muoverti? Ecco, ecco. E' un misto tra felicità, paralisi, e buio. Quando la mia Diamanterosa mi ha detto che se io fossi stata maggiorenne avrei avuto la possibilità di leggere due pagine del mio diaro alla radio, ecco, in quel momento, sono rimasta a Bocca Aperta. Ma aperta veramente. Perchè non sempre quando uno lo dice è vero. Questa volta si, è vero, proprio Aperta. E poi, in quella sensazione, si aggiungono lacrime, sapete, quella specie di acqua che esce dagli occhi. Quella. Non ha nome, non ha un senso, sa soltanto quello che non ha. Ammetto, questa frase proviene da un cartone della Disney, ma nel contesto, ci stava.
Questo mio piccolo diario è nato nascosto, che non voleva essere trovato, era lì ed era felice così. Ma sperava che questo fatto accadesse. Che qualcuno lo venisse a scoprire, a leggerlo e ad appassionarsi alle letture. E così, proprio io. Maledetti Tredici anni. Ecco! Forse ho scoperto cos'ha che non va questo numero adesso: non mi fa essere adulta e non mi fa esprimere. Però è una bella sensazione, anche questa. Io aspetterò, ammirerò, leggerò e scriverò.

martedì 6 aprile 2010

Cose astratte


Certo, i sogni, sono cose astratte. Si possono solo immaginare, vedere, ma non capire. Sono molto strani, particolari, belli, interessanti. Si dividono in più categorie: quelli realizzabili, che possono essere tranquillamente realtà; quelli astratti, che non potrebbero mai e poi mai diventare realtà; quelli tristissimi, ...no comment; quelli da favola, che sembrano cartoni prodotti dalla Disney; quelli incomprensibili, che non riesci a capire neanche tu cosa stai sognando! Tanti cambi di scena, niente personaggi, niente luoghi particolari... E infine... I sogni fantasma: tu li sogni, e, di notte, a volte, fai attenzione al tuo sogno, ma poi, quando ti risvegli, non ti ricordi più niente. Ecco, molto spesso sogno queste "cose astratte" che appartengono alla categoria di quelli da favola. Sono bellissimi! Vorrei registrarli e rivederli! Sono tutti colorati, con i prati, i fiori, il sole e castelli come quelli di Cenerentola. Una volta è capitato, d'inverno, di sognare neve colorata: affascinante! Se tutto questo potesse essere realtà, non so cosa pagherei per poterla vivere. Ah, mi sono dimenticata dei sogni nei quali vorresti riandare, che raccontano una storia che si è interrotta, lasciandoti quel desiderio di un finale. Sono questi gli interessanti! Quando, invece, ti capita di sognare quelli tristissimi, ti senti veramente male, questi sogni non svaniscono al tuo risveglio, almeno, a me preoccupano per tutta la giornata. Dicono che quando muore qualcuno in un tuo sogno la sua vita si allunga, ma io ci sto malissimo! Sia quando sogno, sia nella realtà! Giuro! Sento fitte allo stomaco, come se si rotolasse: brutta, bruttissima cosa. Sono cose stranissime, non ci avete mai pensato? Io durante il sogno penso anche, ve lo giuro! Come se fosse un film, e sono io che lo commento! Per questo che a volte parlo nel sonno: perchè lo commento! E' bello, però per quelli svegli di fianco a me, preoccupante! :-) Voglio trovare il modo di registrare i sogni! In qualunque modo! Ma forse il bello dei sogni, il fascino, è questo! Sono cose astratte e magiche che non hanno un senso... Che non devono avere un senso! Sì, mi rimangio le parole. I sogni non si potranno mai registrare. E se anche un giorno ci sarà il modo, io, i miei, non li vorrò mai rivedere.

sabato 27 marzo 2010

Ufficialmente Lui


Queste giornate sembrano perfette, sono perfette. I fiori che nascono in un giorno, di colpo profumano l'aria, decorano il paesaggio, e rendono questo paesaggio così semplice, felice, bello. E il cielo è sempre più azzurro, senza una nuvola. I pini davanti alla nostra casa che non si muovono, perchè non c'è vento. Quest'aria così felice, così energetica. Ti verrebbe voglia di urlare, di gridare, di cantare, di sorridere sempre. In questo tipo di giornate si deve fare così. Ma certo, bisogna godersele, quando ci sono. Queste Forsizie, queste Margherite, le Violette, i NonTiScordarDiMe, quanto sono belli? E quei coniglietti che corrono tra quei fiori, saltano, ridono, giocano, perchè anche loro sono felici. Oggi, 27 marzo, è arrivata la primavera, o almeno, si spera. Un pò in ritardo, ma si intravedeva già. Questo tempo che andava come voleva lui, ma adesso è deciso, è ufficiale, sarà sempre Sole. E, come si dice? "Marzo pazzerello, portati sempre l'ombrello" Com'è? :) Di colpo cambia tutto: l'umore degli adulti, dei bambini, dei ragazzi, dei fiori, degli alberi, dei conigli, degli animali, del cielo, della Terra, della Luna, direttamente anche del Sole. E' lui che porta felicità. E' lui che ci aiuterà. E' lui che ci sta già aiutando, in questo periodo che era un pò così. Sarà Lui, a risolvere tutto, fidatevi di me.:)

lunedì 15 marzo 2010

E' solo tua.


"La vertigine non è paura di cadere ma voglia di volaaare" Jovanotti non è un cantante, è un poeta. Ti capita di passare momenti nel corso della tua vita che sembra di essere su una montagna altissima, dove si vede un paesaggio magnifico. Tutto bello, tutto solare, tutto lucente, tutto con un sorriso sulle labbra. E invece poi scopri che niente di quello era vero. Tutto si è distrutto. E' arrivato un terremoto. La montagna è crollata e tu ti stai per fare male. Si sta male. Quella era la tua montagna preferita. Dove passavi la maggior parte del tuo tempo. Ma, le persone che soffrono di vertigini? Bè, ognuno ha la propria montagna personale. Alta o bassa. E se uno ha quella paura, sopra la sua bella e bellissima montagna non ce l'avrà più. Gli passerà. Si godrà quello spettacolo. E poi arriva la parte peggiore, quella dove ti accorgi di non essere pronto per questo crollo improvviso. Tu stavi ancora osservando, ancora imparando, ancora pensando, e ancora sognando. Tu, non eri pronto a scendere. Ti viene quell'ansia, pensi di aver perso la vista di quel paesaggio per sempre. Invece no. La montana, ha sempre delle scalanature dove uno si può arrampicare. Ci si arrampica su esse, si da il meglio di Sè per tornare su. Tornare su e sognare, ancora. E mentre stai cercando di salire osservi molto meglio la tua montagna. E vedi che è sempre più bella. E mentre, anche, pensi. Pensi a cose pessime, per esempio che non ce la fai più. Non hai più la forza di salire. Non riesci. No! Non farlo! Non mollare tutto! Non scivolare giù. Pensa che se continuerai ancora potrai vedere ancora quel bel paesaggio! Dacci dento, cavolo. Scala, scala e scala ancora. Pensa. Esagera. Continua. E non smettere mai. Ti prego. E' la TUA montagna, come puoi perderla? Hai passato momenti magici su di essa. Come puoi pensare di mollare tutto? Eccoti. Stremato. Morto. Sei arrivato, ragazzo. Sei su. Sulla tua montagna. E non sei felice? Oh, mi correggo: non sei stanco e felice? Si. E allora che aspetti? Respira profondamente, bevi, mettiti a posto, tranquillizzati, guarda se c'è ancora questo terremoto che stava per distruggere tutto. Allora, c'è ancora? No. Bene, adesso puoi! Con attenzione, ragazzo. Adesso, adesso si che puoi ricominciare a osservare, imparare, e non soffrire più di vertigini. E non scordarti di goderti ancora di più questo magnifico posto. Di non avere più la paura di perderla ancora. Ora sei lì, e se fai attenzione, se ti tieni forte.. fidati di me: il terremoto non arriverà più.

mercoledì 10 marzo 2010

Intrusa


Ma siamo a marzo! Come può nevicare? Va bene, è sempre bello vedere tutto bianco, stare in casa sotto la coperta al caldo, ed immaginare che fuori fa freddissimo ma che noi non lo sentiamo. Ma sarebbe anche bello vedere il sole almeno tre giorni di fila! Non ha nevicato abbastanza quest'anno? C'è anche un altro pregio della neve: ovvero che si salta la scuola (:D). Ma comunque dopo un po' stufa. Non è possibile. E' l'inverno più freddo in tredici anni mai visto prima. Si, appunto, perchè c'è anche il freddo che stufa! Sempre con queste maglioni o UGG o sciarpe enormi. Eh no. Ora basta. Ci siamo stufati tutti.

domenica 7 marzo 2010

Ragazza occhi cielo


Io non ho mai dimenticato quello che ho fatto da me, lascerò questo triste porto, e porto via dolori da qui. Io non ho mai cancellato il dolore che ho dentro da un pò, non c’è riposo mio migliore, e riposo del dopo viaggiare con me, con me, con me, con me viaggio con me.. voglia mia di vita, voglia di una colpa, voglia di perdono, voglia di calore umano, voglia di partire, voglia di sapori buoni, voglia di sognare forte, voglia di star bene, nel mio viaggio ho solo posto per me, e nel mio viaggio ho solo posto per me, per me, per me, per me, per me. Questa ragazza occhi cielo, questa ragazza ha un’idea, e partorire tra le stelle, un giorno quando sarà libera e fiera di sè, già sicura del nome che avrà, questa ragazza occhi cielo, non avrà male mai più, mai più, mai più, mai più, mai più, mai più, mai più.. voglia di una stanza, voglia di silenzio, voglia di saltare, voglia di colore chiaro, voglia di partire, voglia di silenzio, voglia di star bene, voglia di conoscer pace, e nel mio viaggio ho solo posto per me, e nel mio viaggio ho solo posto per me, per me, per me, per me, per me per me, per me.
Questa ragazza occhi cielo
Biagio Antonacci: ..ha conquistato anche me

(Biagio Antonacci)

lunedì 1 marzo 2010

Non smetterò.


Ma io avrò solo tredici anni. Non sono tanti. Sono ancora piccola. Ho ancora anni e anni e anni e anni ancora da passare con voi. Non sto crescendo. Non sono grande. Sono quì con voi. Io non me ne vado mica. Va bene, tra due giorni tre ore e 26 minuti diventerò una teenager, ma non cambia mica niente. Io sono sempre la stessa, sempre quì, io e io sempre sarò. Magari non giocherò più con le bambole o con i bambolotti; magari non mi farò più le treccine per andare a scuola; magari uscirò il sabato; magari non metterò più il ciuccio in bocca o magari avrò di più da studiare, ma non significa niente. Tutti possono sembrare grandi, forti, coraggiosi, uomini Veri..Invece no, in cuor loro hanno sempre molti aspetti infantili, ma non in modo spregievole; hanno ancora il magone delle belle giornate ,con il sole, in bici, con i propri amici piccoli a ridere e a scherzare. Gli mancano ancora i giochi come "Stregatoccacolore" o "Unduetrestella" o "Nascondino" oppure ancora "Sardinasott'aceto". Compresa me. Io ho ancora voglia di giocare a nascondino. Ho ancora voglia di essere piccola. Ho ancora voglia di essere coccolata. Ho ancora e ancora voglia di essere così, Bambina. Di crescere dall'esterno, come aspetto fisico; ma non smetterò mai di avere la voglia di essere piccola. Mai mai. Capito?

giovedì 18 febbraio 2010

Insieme

Nessuno mai mi aveva detto così delle belle cose. Sei stata la prima. Si..Tu. Tu che mi fai sempre ridere e ridere fino a piegarmi in due. Tu che sei stata al mio fianco, sempre. Tu che stai maturando insieme a me. Siamo cresciute insieme. Eravamo solo amiche, prima; poi, per scherzo, abbiamo inziato a chiamarci "Zie" e adesso ci vogliamo così tanto bene che ci chiamiamo "Amour ^^".Ognuno di noi ride nei momenti più felici. Io rido sempre con te. Trasmetti felicità, sempre di più. Trasmetti dolcezza e amore alle persone a cui tieni di più. Si ride sempre nei momenti inaspettati. Nei momenti che durano niente, ma che tu vorresti durassero una vita. Secondo me ridere è la cosa più bella del mondo. Solo la nostra specie di esseri viventi ha questa capacità, questo pregio, questa fantastica espressione. Ed è così, che dopo nostre immense risate che non finivano più, dopo serate Fantastiche passate con te solo a chiacchierare, io ti ringrazio; più e più volte. Perchè ogni fine settimana che programmiamo insieme, io Tutta la settimana faccio il conto alla rovescia. Non vedo l'ora di riabbracciarti, di stare ore e ore a ridere insieme. Nessun'altro. Per ripassare momenti fantastici insieme e poi, nel futuro, ricordarci ancora con un sorriso enorme sulle labbra, i momenti stupendi passati insieme. Perchè con te, è impossibile passarne di brutti. Tutto è un sorriso, con te Chiara. Ti voglio veramente un bene che non ti immagini.

sabato 6 febbraio 2010

Il presente non esiste.

Già, il presente non esiste. Ci avete mai fatto caso? Credetemi, pazza non sono.
Ti muovi un millimetro, dopo mezzo millesimo di secondo, è già passato. Non so se riesco a spiegarmi. E' un concetto complicato, ma che ti fa rimanere a bocca aperta Cavolo, è vero! Ecco..Lo pensi e, è immediatamente passato!
Sono quì. Che fisso le gocce di neve sciolta cadere dai pini davanti alla mia camera. C'è il sole che le fa brillare. Che belle sono? Non voglio che diventi passato. Eppure, il tempo, purtroppo o per fortuna, non si può fermare. Va e va. Senza che nessuno lo diriga. Anche il tempo è passato. Anche se si ripete più e più volte. Anni dopo anni. Ma tu anni dopo anni fai sempre una cosa diversa. E magari ti viene in mente di pensare a cosa stavi facendo l'altro giorno proprio in quel minuto. Sono ancora quì, a fissare le gocce che cadono. Seguendole con i miei occhi. Vedendo questo mix fantastico composto dal calore del sole che piano piano scioglie queste neve così, fredda. Ma comunque, anche se prima, nel passato, stavo facendo la stessa cosa, non è presente questo. Quelle che fissavo prima erano altre gocce, altre questioni, altri pensieri, altri sorrisi, altra lacrima caduta. Altro e altro ancora. Il quale non ha nulla a che fare con la goccia che ADESSO! In questo momento..Accavolo! E' già caduta la mia gocciolina! Quella che prima fissavo.. Era carina! Ma guarda, è arrivata una Gazza! Si sta mangiando la neve. Di quel bianco che si intona ad una piccola parte del suo corpo. Sta salendo su. Ramo dopo ramo. Arrivata in punta e.. Spicca il volo! A più tardi, amica! Villa Villa Colle oggi è tutta bianca. Per terra: bianco; sugli alberi: bianco; nel cielo: nuvole bianche. Il bianco mi affascina. Sarà per questo che la maggior parte del mio tempo lo spendo a fissare il cielo, con le nuvole bianche, soffici, così..Pannose? Sarà per questo che mi piace essere fredda, avere il naso freddo, essere fradicia nei capelli quando esco perchè nevica! Anche se ho il cappuccio, no, non lo voglio mettere. Mi piace cercare, con la bocca aperta, prendere i fiocchi di neve più grandi per mangiarli! Mi piace, mi piace, mi piace. Sempre di più.

domenica 31 gennaio 2010

La Notte.


Bella lei. Così scura; così misteriosa. C'è solo una luce lontana un sacco di km. La Luna. Quella palla illuminata dal Sole, ma che, anche lei, ne emette parecchia. E' un peccato dormire nelle sue ore. Io la voglio godere come il giorno. Sedermi su un gradino e fissarla. Per dodici ore. Come quando, di giorno, fisso il sole; e poi, dormire di giorno. Potrebbe essere un'idea! Perchè non organizziamo tutto di notte? Poi si dorme il giorno! Un dubbio. Perchè abbiamo deciso di dormire quando il cielo è scuro? Non è più bello fare una passeggiata al chiar di Luna con quella "sua" luce? Che non abbaglia. Luccica il giusto. Eccola che già se ne va. Arriva il Sole. Arriva già la sua luce.Addio Luna. Addio buio. Addio dodici ore di calma. Ci vediamo tra un pò.. Buongiorno Sole. Buongiorno sorriso del mattino. Buongiorno felicità. Ma buongiorno anche a te, sua luce! E' così strano. E' così bello. E' così senza motivo. E' così pieno di mistero. E' così. Vanno così velocemente e in sintonia. Questi due splendidi pianeti. No, è vero, il Sole è una Stella. Chissà Lui dove andrà ad illuminare. Che viaggio si farà. Chissà Lei. Chi andrà a calmare. Chi andrà a far riflettere. O chi andrà a far scrivere, come me, e ogni Undici secondi farli girare e essere guardata. Ma tanto ritorna, e la storia, ricomincia di nuovo.

mercoledì 27 gennaio 2010

Sunny Days.

Finalmente il Sole. Non lo vedevo da molto tempo. E' venuto quì a trovarci, che bello! Spero che si fermi quì un pò.. Perchè adesso pure gli alberi si sono stufati di tutto questo freddo. Però una cosa bisogna precisarla: il sole c'è, ma l'aria è pur sempre fredda; e un pò di venticello tra gli aghi dei pini,purtroppo si, c'è lo stesso. Ma, d'altronde è il primo suo giorno; non posso pretendere già così tanto. Aspetto che si posizioni bene nel cielo, almeno sono sicura che per i prossimi giorni scalderà questa Terra, e anche le mie mani (gelide). La giornata diventa più bella con la tua presenza, Sole. Fai venire il sorriso, sai? Diverti. E fai venir voglia a tutti i ragazzi di uscire! Compresa me. Cioè: con questo BEL Sole uno deve stare chiuso in una stanza a studiare? No. Non ci siamo proprio. Io voglio goderti, amico mio. Voglio stare sotto i tuoi raggi, voglio che mi baci, che mi abbracci. Perchè, come si dice: "Il Sole bacia i belli", Giusto? Perciò resta. Stai quì con noi. Vedrai che ti divertirai! Ti renderà felice vedere i bambini che giocano grazie a te! Ti piacerà vedere i ragazzi uscire e divertirsi come matti! Ti piacerà non vedere più maglioni di lana, calzettoni o collant sotto i jeans! Ti piacerà vedere fiori, rose, violette e margherite sbocciare nel giardino di ogni casa! Ti piacerà vedere le persone in città con un sorriso sulla faccia! Sole?! Al telegiornale hanno detto che lunedì scorso era il più triste di tutto l'anno. Perchè la primavera è ancora lontana, le vacanze finite.. E non ti preoccupi? Su, dai! Nega questo fatto, fai sparire nuvola sul cielo, chiedi permesso, spingi bruscamente con i gomiti, ma, ti prego, fai tornare il sorriso ad ognuno di noi.

lunedì 18 gennaio 2010

Lui.

Lui. Mi fa compagnia tutte le notti. Sta lì, mi guarda attentamente e mi studia. Poi,quando,di giorno, ho voglia di suonarlo è come se si animasse. Come se arrivasse l'uomo più simpatico del mondo e che ti facesse venire un sorriso grande così. Perchè è un essere speciale, e lui si prende cura di me. Nel senso che mi aiuta! Mi fa studiare, mi fa sorridere, mi soddisfa. Ah,quanto è bello quando ti viene bene un brano. Quando mi capita mi verrebe voglia di baciarlo, abbracciarlo,come un amico,ripeto. Perchè lui si. Non se ne trovano altri. Devo dire che è una cosa strana. Appassionante. Non puoi portartelo dietro. Meglio! Uno deve esrpimere il suo talento quando trova! Ne trovi uno e lì, in quel momento ti metti a suonare! Fai vedere chi sei! Chi siete insieme! Come sitete belli, come siete simpatici,come vi divertite insieme! Come vi parlate, momenti belli e momenti di tristezza. Ma tu suona,mio caro, continua a suonare. Non smettere,mai. Non sai quando ancora potrai parlargli in quel modo! Sfogati,ragazzo mio. Goditi ogni attimo quando stai con lui! Lascia perdere gli altri. Adesso ci siete solo voi protagonisti! Quindi: continua,continua,continua,continua,continua,continua,continua e continua.

giovedì 14 gennaio 2010

La leggenda dei soprannomi.

A volte ti viene spontaneo dare un soprannome ad un tuo amico. Quando senti che ce ne sono tanti in giro, scegli quello. Per esempio per una donna che si chiama Patrizia il soprannome ideale sarebbe Patty; ma uno può scegliere quello che vuole. Altri, però, sono difficili! Per esempio.. Un ragazzo che si chiama Leonardo si,è bello il soprannome Leo, ma ,secondo me, è troppo comune! Allora viaggi,su viaggi,su viaggi ma non lo trovi! Semplice, non è. Deve essere: adatto alla persona, originale e breve. Dopo taaanto tempo..ECCOLO! Ma si! Come ho fatto a non pensarci prima? E' carinissimo questo! Bene,Leonardo, da oggi per me sei Lion! Ok..Non c'entra niente, però ci assomiglia,è breve ed originale! Ovviamente i viaggioni galoppanti non sono stati pochi, ma ne è valsa la pena! I soprannomi si danno alle persone a cui tieni di più. Quelle che temi di perdere. Quelle speciali. Quelle che ti fanno sentire a tuo agio quando sei con lei o lui,sempre. Quelle che, quando sei un pò giù, ti fanno tornare il sorriso. Quelle che ti fanno morire dal ridere,scherzare e giocare. Quelle con qualche particolarità. Quelle persone semplici. Quelle che sono come il "Lion" che conosco io.

lunedì 11 gennaio 2010

Complicazioni.


A volte si e altre no. Dico, a volte sei pronta per affrontare una complicazione; quando vedi che arriva il codice rosso,ti prepari! Arma e scudo per combattere; e poi si vedrà chi avrà la meglio. Invece altre no. Ne hai una pesante, magari affrontata con una tua amica, ti capita in un giorno sbagliato, quando tutto ti sembra complicato..Quando la giornata è NO! Non ne hai voglia di parlarne con nessuno, nè di spiegarla, nè di pensarci. Ma a volte non è così semplice. Non puoi mica tenerla per aria! Sei obbligata ad affrontarla! E il tuo corpo ti dice "Ma dai,su.Si sistema poi tutto più avanti" "Oh no mio piccolo corpicino,non è mica così,sai? Aggiornati!" Vorresti darli ragione, ma poi si complica ancora di più! ...Ecco,si. Perchè purtroppo esistono anche quelle! Quelle questioni dove tu cerchi di chiuderle ma,no. Non ce la fai proprio. La cosa è pazzesca. Veramente pazzesca. Questo quasi sempre accade quando si è ragazzine. Con le amiche è sempre così. A volte ci sono momenti in cui vorresti ammazzarle! Ma altri quando gli vuoi un bene dell'anima! Gli uomini ci dicono che siamo così complicate. Hanno ragione. Vi siete accorte che, a volte, neanche tra di noi riusciamo a capirci? Pazzesco,anche questo.

domenica 10 gennaio 2010

Pronti,Partenza,Via.


Come in una macchina, per fare un faticoso e lungo viaggio.Si inizia lenti e poi,pian piano ci si può concedere a schiacciare un pò di più il pedale.Ecco.Adesso sono nella mia macchina.Ho aperto giusto la portiera, ma almeno voglio arrivare ai 60 all'ora! Tutto inizia stasera. Ispirata da altri blog ho deciso di farne uno TUTTO mio. Scrivo quello che voglio IO. Decido IO. E NESSUNO si potrà permettere di dirmi qualcosa! ;D Mi piace,mi piace. Eccome se mi piace! Infilo la chiave. Pronti passeggeri? Si parte!