mercoledì 28 aprile 2010

Più in là


Ti rilassa, questo artista. E' un pazzo, questo artista, è un pazzo. Compone un suo brano così, in due giorni, circa. Con questi capelli ricci ricci ricci, questa sua pazzia artistica. Giovanni Allevi è un extraterrestre. Proviene da un mondo in bianco e nero, fatto di ottave, di note, e per pranzo mangia musica, si ciba così. Non lo sapevate? Questo suo look di come viene ai concerti: felpa, jeans e All Star. Questi suoi brani fantastici, tutti. Cantarli non puoi, ma il pensiero che ogni suo brano è nella mia testa, nella mia mente, che gironzola, mi piace. Muove queste dita velocissimamente. Non ha spartiti davanti, va, così, a sua memoria. Sapevate che mangia un piatto di pasta al pomodoro e tonno e una fetta di torta al cioccolato, prima di un suo qualsiasi concerto? Eh si. So quasi tutto di lui. E' considerato il più bravo pianista nella storia. Supera anche Beethoven, Bach, Chopin e Mozart. E pensare che l'ho conosciuto per caso. Stavo guardando la televisione, più precisamente la pubblicità della BMW, e quel sottofondo di pianoforte, così delicato e così intenso, mi piaceva da impazzire. Sono andata immediatamente a cercare chi fosse, e ho visto per la prima volta Quel nome. Al mio compleanno dell'anno dopo, sono andata a vedere, in Alessandria, un suo concerto. Giuro, stavo per morire. Da quel giorno non ho mai smesso di ascoltarlo, di diventare ancora più felice di quello che ero, ascoltando i suoi brani. Per lui sono impazzita. Mi fa diventar matta il suo modo di fare, così artistico, così strano, particolare. Mi fa diventar matta la sua voce, che quasi non si sente. Mi fa diventar matta la sua fantasia. Mi fa diventar matta la sua arte incisa nelle dita. Mi fa diventar matta Ogni sua arte. Sono qui, ovviamente ascoltando un suo brano, ovviamente magnifico, ovviamente sono più felice di sta mattina, mi sento più sollevata, ho il sorriso sulle labbra. Più precisamente sto ascoltando L'orologio degli dei: magnificamente magnifico. Questa forma di crescendo, questo sollievo, queste sensazioni provate lo stesso giorno del concerto. Questa musica. Questo piano. Questo uomo. Anzi, questo artista. Ma, tutti questi elementi insieme, che Belli sono?

sabato 24 aprile 2010

Delicatamente


Una giornata così, con un solo scopo: farle ritornare il sorriso. Era a casa sua che mi aspettava, moriva dalla voglia di vedermi, di vedere una sua amica. La porta ha fatto rumore, e lei subito a salutarmi, dalla sua piccola stanzetta, urlando, salutandomi, felice. Per me è stata una missione. Una missione importantissima, indispensabile. Dovevo farla ridere, ma non troppo, se no la sua gambina le faceva ancora più male. "E, che ne dici di dormire qui stasera, e domani non vai a scuola? Dai, dai dai dai daii!" Ma certo, sto di fianco a te. Chi se ne frega del giorno di scuola che ho saltato! Frega qualcosa a qualcuno? No.Ecco. E' stata una bella serata. Io, dormendo sul materasso per terra, di fianco al tuo letto. Non volevo andare su. No, volevo stare di fianco a te.

Mi guardava, con quegli occhi lucidi, azzurri e un po' rossi, bagnati. Lei se li asciugava con la mano; la sua, delicata, bianca, si toglieva la lacrima che stava cadendo dal suo bellissimo occhio. Aveva paura, tanta paura. Nella vita non c'è sempre un colpevole. Molto spesso nelle discussione e nelle questioni anche generali, il colpevole non esiste nemmeno. Gli abbracci, i pianti, il bene immenso che ti vogliamo tutti. Una giornata intensa, in parte stupenda, in parte particolare, affascinante. Affascinante dal punto di vista umano. In questa giornata così, ognuno di noi ha superato sè stesso, tutti che davano il proprio Tutto, per fare Di Tutto. In questa giornata così, tra pianti e risate bagnate e scherzi e urla e sempre più pianti, si scoprono i lati più brutti, i lati più coraggiosi, i lati più infantili, i lati più dolci, i lati più stronzi, ed, infine, i lati belli belli, più belli di un uomo, di una donna, di un ragazzo, e di una ragazza.

mercoledì 21 aprile 2010

La ragione


Ammettiamolo. Ammettiamo che lei è come vuoi che sia. Ammettiamo che lei ha ragione, sempre. Varia a seconda del tuo umore. E' triste quando sei triste tu. E' felice quando sei felice tu. E' vicino a te, sempre, qualunque sia la tua situazione umoristica. La musica, ah, la musica; la amo, la amo infinitamente. Senza di lei uno spettacolo o un film sarebbe cupo, buio, triste, noioso, senza senso e senza emozioni. Invece no, lei c'è e ci sarà sempre. E' quella che ti fa piangere o ridere; quella che ti fa tirare su il morale nei momenti più difficili, più tristi; la vorresti urlare a squarciagola a volte. Altre volte non riesci a togliertela dalla testa, la continui a cantare, senza smettere mai. Altre volte, invece, sembra quasi che ti descriva. Che descriva la tua situazione in quel momento, che descriva, semplicemente, te stessa. Ed è così che anima ogni opera a teatro in maniera triste o felice che sia. Ed è così che anima, anche i film. Mette il ritmo in tutta la scena, nei personaggi, nei costumi. Ed è soprattutto lei che trasmette emozioni (belle o brutte) agli spettatori, e fa di una sera la più bella mai vista. Pensare che in antichità, nei teatri mangiavano, bevevano, leggevano, giocavano o chiacchieravano; mi viene in mente che sia anche un comportamento un filo egoista. Certo che potrebbero anche stare attenti, ascoltare quell'opera. Perchè, se è davvero bella, almeno goditela, no?

martedì 13 aprile 2010

Tredici


Il tredici, per me, è un numero fortunato. Lo è da sempre. Mi piace, mi affascina, è strano, particolare, bello. Per caso, proprio ogni Tredici del mese, non so come mai, accadono fatti spettacolari, come una bella serata, una bella giornata, e una notizia sorprendente. Oggi è il tredici. Oggi mi stava per venire un colpo, a causa di Quella notizia. Non ci potevo credere, non era vero. Cioè, IO? Avete mai provato quella sensazione di vuoto improvviso? Quando non senti niente, come se tutto fosse scomparso. Nelle vicinanze del petto, un pò sopra la pancia, circa. E, invece, quella di stucco totale? Quando stai circa Tredici secondi a bocca aperta, non capisci più niente, e rimani paralizzata, bloccata, non riesci a muoverti? Ecco, ecco. E' un misto tra felicità, paralisi, e buio. Quando la mia Diamanterosa mi ha detto che se io fossi stata maggiorenne avrei avuto la possibilità di leggere due pagine del mio diaro alla radio, ecco, in quel momento, sono rimasta a Bocca Aperta. Ma aperta veramente. Perchè non sempre quando uno lo dice è vero. Questa volta si, è vero, proprio Aperta. E poi, in quella sensazione, si aggiungono lacrime, sapete, quella specie di acqua che esce dagli occhi. Quella. Non ha nome, non ha un senso, sa soltanto quello che non ha. Ammetto, questa frase proviene da un cartone della Disney, ma nel contesto, ci stava.
Questo mio piccolo diario è nato nascosto, che non voleva essere trovato, era lì ed era felice così. Ma sperava che questo fatto accadesse. Che qualcuno lo venisse a scoprire, a leggerlo e ad appassionarsi alle letture. E così, proprio io. Maledetti Tredici anni. Ecco! Forse ho scoperto cos'ha che non va questo numero adesso: non mi fa essere adulta e non mi fa esprimere. Però è una bella sensazione, anche questa. Io aspetterò, ammirerò, leggerò e scriverò.

martedì 6 aprile 2010

Cose astratte


Certo, i sogni, sono cose astratte. Si possono solo immaginare, vedere, ma non capire. Sono molto strani, particolari, belli, interessanti. Si dividono in più categorie: quelli realizzabili, che possono essere tranquillamente realtà; quelli astratti, che non potrebbero mai e poi mai diventare realtà; quelli tristissimi, ...no comment; quelli da favola, che sembrano cartoni prodotti dalla Disney; quelli incomprensibili, che non riesci a capire neanche tu cosa stai sognando! Tanti cambi di scena, niente personaggi, niente luoghi particolari... E infine... I sogni fantasma: tu li sogni, e, di notte, a volte, fai attenzione al tuo sogno, ma poi, quando ti risvegli, non ti ricordi più niente. Ecco, molto spesso sogno queste "cose astratte" che appartengono alla categoria di quelli da favola. Sono bellissimi! Vorrei registrarli e rivederli! Sono tutti colorati, con i prati, i fiori, il sole e castelli come quelli di Cenerentola. Una volta è capitato, d'inverno, di sognare neve colorata: affascinante! Se tutto questo potesse essere realtà, non so cosa pagherei per poterla vivere. Ah, mi sono dimenticata dei sogni nei quali vorresti riandare, che raccontano una storia che si è interrotta, lasciandoti quel desiderio di un finale. Sono questi gli interessanti! Quando, invece, ti capita di sognare quelli tristissimi, ti senti veramente male, questi sogni non svaniscono al tuo risveglio, almeno, a me preoccupano per tutta la giornata. Dicono che quando muore qualcuno in un tuo sogno la sua vita si allunga, ma io ci sto malissimo! Sia quando sogno, sia nella realtà! Giuro! Sento fitte allo stomaco, come se si rotolasse: brutta, bruttissima cosa. Sono cose stranissime, non ci avete mai pensato? Io durante il sogno penso anche, ve lo giuro! Come se fosse un film, e sono io che lo commento! Per questo che a volte parlo nel sonno: perchè lo commento! E' bello, però per quelli svegli di fianco a me, preoccupante! :-) Voglio trovare il modo di registrare i sogni! In qualunque modo! Ma forse il bello dei sogni, il fascino, è questo! Sono cose astratte e magiche che non hanno un senso... Che non devono avere un senso! Sì, mi rimangio le parole. I sogni non si potranno mai registrare. E se anche un giorno ci sarà il modo, io, i miei, non li vorrò mai rivedere.