venerdì 30 dicembre 2011
Una Qualunque Semplice Melodia
Che strana sensazione è mai questa, che son le cinque del mattino e il sonno lo vedo lontano chilometri e chilometri, che ho il cuore che batte, impazzito, non sta più dentro, non so cosa fare per tranquillizzarlo, con lo stomaco che si lamenta, che urla, che brontola e brontola, con due anelli messi vicini nel terzo e nel quarto dito della mano destra che nulla c'entrano tra loro. Ma che sensazione è mai questa? Che sono felice, soddisfatta di tutto quello che ho, soddisfatta di tutto quello che sono, di tutto quello che penso, e tutto quello che vivo. Ma riuscite a darmi una spiegazione? Quale? Qual è? Io no, non riesco. Che ne sono circondata e provo, ne provo tanto, un po' troppo, no il giusto, non c'è misura, provo amore, amore per ogni singola cosa che è attorno a me. Per ogni sfaccettatura luminosissima del mio enorme diamante più prezioso che ho, composta da Sei, solo sei persone; per ogni mio cane, ogni mio gatto, ogni mio paio di scarpe, ogni mia collana e orecchini e anelli e maglie e pantaloni e trucchi e bellezza, tanta bellezza. Ma qual'è? Qual'è l'aggettivo adatto per descrivere tutto questo? Forse perfezione? Forse immensa felicità? Forse gioia infinita? No, io credo che la risposta sia molto più vicina. La semplicità, rende uniche tutte le cose che circondano me, adesso. E io amo, amo La Qualunque. Una spiegazione così vaga, ma, anche essendo le cinque e tredici del trenta dicembre duemilaundici, il sonno si sta facendo sempre più sentire. C'è una melodia che suona nel silenzio di tutto questo. Semplice, indistruttibile.
Una Qualunque.
domenica 13 novembre 2011
Questo Post Non S'Intitola 'Vorrei'.
Vorrei essere la tipica ragazza acqua e sapone, quella che quando la vedi ti sciogli per quanto possa sembrarti tenera.
Vorrei non solo sembrarlo, ma anche esserlo.
Vorrei essere un pezzo di pane. Senza nessun difetto.
Vorrei riuscire a non piangere mai, a capire di più, ma soprattutto a fregarmene di più.
Vorrei essere più infantile, in modo da trovare persone della mia età con cui stare bene.
Vorrei non essere così. In questa situazione. Ora.
Vorrei riuscire a combinare qualcosa.
Vorrei riconoscere la mia ombra.
Vorrei avere un percorso ben chiaro da fare nella mia mente.
Vorrei che la mia tipica frase "Quello che desideri davvero, con tutta volontà del mondo la ottieni. E' sicuro." durasse ancora, vorrei ripeterla ancora, vorrei dire che l'ho provato, testato, e stra provato e stra testato.
Vorrei cantare molto meglio di quanto io sia capace ora.
Vorrei che le persone, in un modo o nell'altro, non ti fregassero e non ti deludessero.
Vorrei trovare un posto fisso dove stare, senza continuare a svolazzare qua e là, senza avere una posizione permanente, senza sicurezze.
Vorrei avere la testa alta, senza rancore, e con sicurezza.
Vorrei che il mio migliore amico tornasse indietro. E' una delle poche persone alla quale ho voluto un bene inimmaginabile.
Vorrei. Vorrei molte cose. Vorrei troppe cose.
Vorrei non volere così troppo.
mercoledì 5 ottobre 2011
Come Se.
domenica 18 settembre 2011
Serenity.
venerdì 26 agosto 2011
Elegante.
domenica 26 giugno 2011
Give Me Freedom. And a beer, please.
Sono libera. Si, mi sembra vero, perchè non vedevo l'ora di arrivare a questo punto. Ma non posso dire che non mi dispiaccia neanche un po'. Mi dispiace molto aver lasciato le medie, per l'ambiente in cui vivevo ogni giorno. Ma non voglio ricordare ogni minimo gesto e ogni comportamento che avevo in quella scuola, perchè ormai un capitolo si è chiuso, basta. Ora aspetterò l'entrata al Liceo. Ma non voglio neanche fare la bambina che si stupisce di ogni cosa riferita a quel tipo di ambiente. Sinceramente, non so che scopo possano avere queste righe, ma avevo tanta tanta voglia di scrivere, di non pensare alle parole che sto stendendo in questo computer rosa come il fiore che ho nel piccolo giardino sotto la mia finestra. Perciò, senza uno schema, come quello che ho usato nel tema della prova dell'esame, Scrivo. Cose inutili, oppure no. Cose che servono a me, che mi serve vederle scritte. Sono cose confuse, sono scritte che non riesco proprio proprio a vedere bene, forse per colpa di un poco di birra in più, bevuta a pranzo con le nostre Australian Friends. Ma non importa. Adesso non importa più. Certo non esagero, ma perchè no? Dai, solo un goccio.
domenica 24 aprile 2011
Veri Eppi Ister
Stasera è andata così. Troppo comune addormentarsi con il buio della Luna, ho preferito aspettare la luce del Sole. Con i pensieri, con le solite risate che vengono quando si pensa ad una vecchia battuta, con un vecchio amico. E' così, pensando alla tesina che devo iniziare il giorno dopo, alla passeggiata con i cani per un po' di svago che organizzo già adesso. Mi addormento alle sei e mezza di mattina. Questo tempo di libertà, che si sussegue ad un periodo di urla, e sgridate, e cavoli amari, per non dire altro. Per questo periodo di grande, grandissima comprensione, per aver messo a fuoco tutto, o credo. Per aver messo ordine tra i binari della mia mente che, non si sa come, erano stati completamente mandati fuori strada, ma non poco, eh. Con queste uscite con amici e amiche, che si ride in continuazione. Con questo periodo di strana normalità, che comunemente viene chiamata felicità, forse, con l'Ipod alle orecchie, urlando, cantando, ridendo e correndo, posso dire di essere serena. Invincibile. Strano sentirlo dire da me, che molto spesso, troppo spesso, i pensieri mi fanno rinchiudere in me stessa e non mi fanno uscire più. Non è questo caso. Mi sento veramente carica, probabilmente perchè sto riuscendo a fare quello che voglio, in tutti i casi. Con ciò, Veri Eppi Ister diar pipol, la tesina di geografia sull'India mi sta aspettando. Ma che problema c'è? Ma infatti si,nessuno.
giovedì 31 marzo 2011
Paure e lacrime
Nè uno, nè l'altro. Almeno credo. Questo periodo è strano, e non capisco il perchè. Questo momento è così, e non capisco il perchè. Non riesco a decidere se sono felice o triste, e non capisco il perchè. Bè, non capisco quasi mai il perchè della mia felicità improvvisa o della mia tristezza profonda. Però, almeno avere un'idea, anche vaga, trovare un aggettivo per descriverla. La situazione, intendo. Ma, niente. Non ne trovo nessuno. Quando tutto sembra andare benissimo, di giorno in giorno, e poi penso a quello che farò, come sarò, con chi sarò, tutto svanisce. Uno potrebbe dirmi Non Pensarci, Emma, Se Ti Fa Star Male, Perchè Continui A Farti Problemi? Me li faccio, invece. Perchè non posso essere così, non posso cavarmela solo di giorno in giorno, non posso essere così menefreghista, pensare solo a quello successivo, senza neanche avere una vaga idea di quello che sarà il mio futuro. Perchè? Ma perchè è così bianco e nero, senza colori, senza Sole, senza il prato verde e senza il cielo azzurro? Tutto una tinta unita: nero. Tutto grigio, ma un grigio scuro. Ogni giorno ho pensieri diversi, ogni giorni idee diverse, ogni giorno impressioni diverse, ogni giorno speranze diverse, ogni giorno diverso. In uno sorrido, e in un altro piango e taccio. Non parlo di niente, con nessuno. Non so neanche che argomenti trattare, e non so con chi. So, però, che starei male a parlare. So che sarei ancora più chiusa. So che piangerei, senza motivo, e non capisco perchè. Ho voglia di divertirmi, tanto. Ho voglia di avere qualcuno veramente tanto vicino. So che di amici e di amiche ne ho, tanti. Ma quelli veri? Eh, oh. Non li conto, piangerei. Che poi, non è che pianga. Ho paura a farmi vedere così debole dalle altre persone. Infatti le lacrime le tengo per me. Alla fine, non piango perchè non ce n'è motivo. Non piango perchè devo pensare positivo. Non piango perchè non devo. Non piango perchè prima penso, forse troppo. Non piango perchè odio piangere, anche se tutti i motivi che sono racchiusi nelle lacrime se ne andrebbero. No, devo risolverli, non posso, non devo farli scappare così. Rido per non piangere. Rido perchè è bello, anche se il mio sorriso mi piace poco. Rido per far stare sereni gli altri. Rido perchè non voglio domande sul perchè piango. Rido perchè è l'unica cosa che mi rimane fare. L'unica cosa bella. L'unica che un po', anche se in maniera abbastanza scarsa, mi fa sentire sollevata e serena. Serena? Ma dove? Rido perchè c'è il Sole, perchè, almeno oggi, il cielo è azzurro, i prati sono verdi. E la mia mente? E' colorata? No, per niente. E' serena? No, per niente. E' ordinata e organizzata? No, per niente. E cosa mi rimane fare? Ridere? E perchè ridere, per nascondere il tutto? Piango, me ne frego se i pensieri e i ricordi se ne vanno. Il contrario di quello che ho detto prima, meglio così. Niente di niente. Paure e lacrime. Sono debole, e lo dimostro.
Voglio che tutto intorno ci sia solo la vita per me. Voglio che notte e giorno mi convincano. Voglio che capisca che il cielo è bello, perchè infondo fa da tetto ad un mondo pieno di Paure e Lacrime. Piangerò, altrochè, ma dopo un po' la vita mi sembrerà più facile, più fragile. Ricomincerò. Tu Dici?
sabato 5 marzo 2011
Nulla di che
martedì 22 febbraio 2011
Il silenzio
lunedì 24 gennaio 2011
Un sorriso, con affetto
Questo periodo si, finlamente. Posso dirlo: sono felice. Non che prima io non lo fossi, assolutamente. Sono felice per vari motivi, come il fatto che ora è decisa la scuola, che mi diverto come una matta, ogni giorno, che ho tutto organizzato, tutto a posto. Sarà scientifico, alla fine, ora ne sono convinta. Qualcosa che va storto? Niente. Quella sensazione che provi quando è tutto come vuoi tu. Quel piacere, quel gusto. L'altra sera mi si sono tolte tutte le canzoni dall'Ipod, non m'importa, anzi, forse è meglio. Sistemo tutto, metto la musica che mi piace veramente, non mi faccio più prendere dal panico. Sono calma, la quiete mi circonda, mi gira tutta intorno. E che bella sensazione c'è, più di questa? Quando sai che tutto è in ordine, senza pensieri, la tua vita sarà, chi vorrà vivrà in libertà. E così è. Vivo in libertà. Se qualcuno mi parla io canto. Canto e non ascolto nessuno. Rido, scherzo, e se qualcuno vuole farmi star male, no, tanto non ce la fai. Tu, non sai quanto è forte la vera felicità, non riesci a capirlo. Non sai che quando c'è, è difficile che possa andarsene facilmente? Se non lo sai te lo dico adesso. Sto bene anche se a volte ho le mie giornate no. Quando voglio stare da sola, magari a studiare, in biblioteca, perchè no? Si sta bene, da soli. Sarà che ho imparato a stare bene con me stessa, che adesso provo piacere, anche se a volte mi sento sola. Mi fa piacere, perchè so che da sola maturo ancora di più, e chi non c'è, chi se n'è andato, cosa posso dirgli? Niente. Un saluto, con affetto, un sorriso, uno di quelli sinceri. Vedo colorato, non più in bianco e nero, quello che prima odiavo e che ora amo. Lo amo nelle foto, che sembrano vecchie, di anni passati, usate, con una storia. Lo amo perchè ora lo vedo concreto, e non più in me stessa. Meglio così. Ora sono cambiati i colori, sono quelli dell'arcobaleno, brillano, sorridono, sono felici, come la sono io. Che, non mi sono ancora capita bene, ma, adesso, cosa posso farci? Cosa ci penso a fare? Per rinchiudermi, per pensarci tutto il giorno? Non ci penso neanche, no. Non voglio. Ha chiamato Pumbolone. Sono ancora piccola, fidati. Sto al gioco, anche se so che Pumbolone è un Labrador, un cane, che non può chiamare. Sorrido e penso, cos'è che ha detto? Pumbolone, intendo. Mandagli un saluto, con affetto, un sorriso, uno di quelli sinceri. Voglio trasmettere felicità, anche a lui. Io ora sono spensierata, e tu?