giovedì 29 luglio 2010

Farfalla vola

Di colpo, succede così ogni anno. Si passa dalla casa che deve essere obbligatoriamente in ordine, a quella che, chissene frega, smalti, maglie, parei, asciugamani e ciabatte in giro. Niente in ordine. E la mente deve fare lo stesso. Libera, da ogni brutto pensiero che capitava lì, alla Villa Villa Colle. Niente e nessuno può mettere in disordine questo tipo di ordine. Perchè, anche se è una casa tutta in disordine, l'ordine è presente nelle menti che abitano lì. Si, siamo tutti, o quasi, spensierati. Tutti liberi di fare quel ca@@o che vogliono. Non voglio andare al mare. Io vado in piscina. Io pranzo. Io faccio colazione. Io dormo. Io me ne vado. Tutti liberi, tutti sciolti. Ma le menti sono tutte unite, tutte compatte, tutte insieme. Si cerca, si fa quel che si può. Si ritorna alle vecchie abitudini, senza avere paura o rancore. Come quando si vede un amico che è qui da un mese. Tra i due c’è un abisso. Ha già la mente spensierata, libera. E’ già abbronzato tantissimo, mentre tu, a suo confronto sembri un cadavere. Ma stai tranquillo, che diventi nero anche tu, che la mente volerà come una farfalla. Che sentirai questo cambiamento, e fidati, non è una cosa da poco. Bisogna solo farsi prendere. Far volare, galoppare la mente. A dirlo sembra di una facilità estrema, ma a farlo, la cosa si complica un po’ di più. Mille e mille problemi. Anche i più semplici, bastardi. Non pensi a niente, o quasi. Non pensi a quest’inverno. Non pensi ai compiti. Non pensi al pianoforte, eccheccavolo. Non devi pensare a niente. Pensa a te stesso. Alla tua bella casa. Al mare, al sole, alla spiaggia. Tranquillo. Sciallati, come diremmo noi.

domenica 18 luglio 2010

La cura


Lui sa. Li sa riconoscere. Ha esperienza, si può capire. Di figli, direi che non se ne fa mancare. E di pianti, ne ha affrontati abbastanza. Perchè lui ha un ruolo importante, necessario, speciale. Se non li fa sentire al sicuro Lui i suoi bambini, chi altro dovrebbe farlo? Oh, Povero Quel Bambino, Sta Piangendo! E' Un Capriccio, Non Mi Fa Nessuna Pena. E' vero, quel bambino voleva un giocattolo inutile, stava facendo dei capricci. Ma lui se n'è accorto subito, che non si trattava di un pianto molto utile, solo una piccola smorfia, tanto che non ci faceva neanche caso. Adesso Però, Quel Pianto Un Po' Ti Commuove, Vero? Eh, Un Pochino. Che felicità immensa, per una bambina, essere tra le braccia del Suo papà. Era caduta, troppo sbilanciata dalla sedia, aveva preso un colpettino alla testa. Si, si era messa a piangere, ma, come dice Lui, la maggior parte era per spavento, non per altro. Ma adesso tranquillizzati, bambina. Sei nel posto più sicuro del mondo. Non piangere più, sei tra le Sue braccia, direi che è un posto meraviglioso, Speciale. E' una cura potentissima, quella. Ha smesso dopo cinque minuti, per poi goderselo, il suo papà. Lo accarezzava, gli faceva le coccole. Perchè aveva capito che da lì non la mandava via nessuno. Lì era il suo posto, e nessuno poteva rubarglielo. Era al sicuro, e ne era consapevole. Loro sono come una rete di salvataggio. Me lo spiega sempre. I ragazzi, fin da bambini, salgono su una specie di corda, legata nel nulla, una corda Quasi infinita. Devono cercare di stare in equilibrio, ma senza pensare che se cadono Tanto Mi Salvo, no. Devi cercare di stare in equilibrio da solo, ragazzo. Senza la mano di qualcuno. Pensa a non cadere, adesso. E se cadi, c'è la rete più forte che esista. Ma devi essere così forte e così coraggioso, per poi provare ad accelerare su quella corda, tanto da arrivare al punto di correre. Per poi essere consapevole che, a quel punto, la rete di salvataggio non c'è più. Il tuo percorso è concluso, l'infinito si è fermato. Adesso vai, scendi. Tocca a te salvare i tuoi piccoli.

domenica 11 luglio 2010

Più uno


No, scomparsa non sono, ma quasi. Avevo previsto due settimane di vacanze in quella bellissima e speciale montagna, in Valle d'Aosta. Vi ricordate quella sfiga che avevo avuto, che mi ero ammalata proprio i giorni in cui dovevo andare in gita scolastica? Ebbene si, cara, è successo di nuovo. Non così tanto grave da saltarle tutte e due, ma almeno una, ci siamo riusciti.

Bellissimo, l'aria purissima, il paesaggio, speciale. Come nei film, tipo. Ci si svegliava presto la mattina, colazione con pane burro e marmellata, al pomeriggio quasi tutto di svago e la sera, a vedere le stelle. Quelle stelle. Milioni e miliardi di stelle. Il desiderio che ho espresso, vedendo quella scia durata cinque secondi contati. Giornate sui prati, a giocare a rugby. Serate passate a suonare la chitarra, cantando e urlando a squarciagola. Le compagnie e le chiacchierate lunghe fino all'una della notte. Ma chi se le scorda più? Chi se le scorda queste esperienze? Possono anche non essere nel posto più bello del mondo. Ma l'organizzazione, i giochi, le parole, le urla insieme, sono cose speciali, difficili da scordare; quasi impossibili. Di certo non era totale vacanza. Ci si doveva dare una svegliata, non si poteva star li a fare niente. Bisognava apparecchiare e sparecchiare, lavarsi le cose, e cavarsela da soli, senza mammina o papino dietro a farti tutto. Erano anche attimi di libertà, dove tutto aveva programmato il niente. Giornate di sole e improvvise piogge. Le tavolette di cioccolato e le patatine che mangiavamo prima di dormire. Credo che tra tutte le cose che si imparano nella vita, le esperienze, siano quelle più difficili da scordare. Sono come pezzi di puzzle che si uniscono tra di loro, o una piccola goccia di acqua che forma un pezzettino di mare. Ma questo si può allargare e diventare un oceano. Il puzzle con ventimila pezzi si può tranquillamente finire. Ed è così che si cresce. Così che si matura. Così che si scopre l'immagine che uscirà dal proprio puzzle.